Biografia

mt_ignore:Nato il 4 gennaio 1917 a Montona. Mio padre, Guido, era da poco Bezirksrichter, cioè giudice distrettuale per l’Istria meridionale in quella graziosa cittadina. Già suo nonno, Giuseppe Angelo, lussiniano, aveva abbandonato il mare per studiare giurisprudenza a Vienna. A metà Ottocento era divenuto pretore nell’isola di Lussino, suo luogo di nascita. Suo figlio Tito, mio nonno, pure laureato in legge, era pervenuto alla carica di Oberfinanzrat dell’Österreichisches Küstenland e aveva sposato una contessa istro-veneta di padre greco e madre capodistriana nata de Totto. I figli studiarono tutti giurisprudenza a Vienna o Graz. Mia madre, Noemi Niederkorn, già maestra della Lega Nazionale a Pisino, donna esemplare di lontane origini lussemburghesi e poi viennesi, era figlia di un direttore didattico in Istria, che aveva sposato un’istriana di padre remotamente montenegrino e madre veneta, aveva avuto due figli: Steno e Loris. Come si ha motivo di intendere: un gentilizio mitteleuropeo. Sposato dal dicembre 1962 con Marisa Ulcigrai, dottoressa in filosofia e in medicina e chirurgia, che mi ha dato due figli: Silvio, laureato brillantemente in farmacia e da un decennio imprenditore nel campo della comunicazione e Noemi, laureata con lode in lettere e diplomata in pianoforte al “Pollini” di Padova, pubblicista e coniugata con un medico legale.
Ho conseguito la maturità classica nel Liceo “F. Petrarca” di Trieste, ove fui allievo tra gli altri del filosofo Giorgio Fano, del filologo e germanista Emilio Bidoli, dello storico dell’arte Silvio Rutteri e di altri egregi insegnanti.
Ottobre 1936: mi si presentava ormai l’opportunità di iscrivermi a una Facoltà universitaria. Avevo cullato per anni il sogno di diventare medico, stimolato in tal senso dall’intenso interesse di perfezionare le conoscenze anatomo-fisiologiche apprese superficialmente nel corso degli studi liceali e di penetrare nello studio scientifico delle malattie. Un afflato umanitario, altruistico permeava questa tendenza. Pur se osteggiato dai miei zii, laureati in giurisprudenza, feci prevalere la mia aspirazione e mi iscrissi a medicina in Padova, la cui celebrità proprio in questo settore mi era già nota per precedenti letture e informazioni. Mi laureai in medicina e chirurgia il 29 giugno 1942 con una tesi in Clinica Dermosifilopatica su “Ricerche cliniche sulle bartoliniti gonococciche e forme similari” con il professore Mario Truffi. 
L’insegnamento austero, sistematico, rigido, freddo delle lezioni largite soprattutto nel primo triennio, se per un verso mi attraeva, per altro verso metteva in evidenza a me, proveniente da un ambiente profondamente umanistico, classico, letterario una carenza di approfondimenti storici e logici: così le lezioni di istologia, di microbiologia e perfino di patologia generale. Non mi fu difficile scoprire una terapia adeguata al mio disagio. La Facoltà di Lettere e Filosofia brillava in Padova a quel tempo per grandi nomi come Concetto Marchesi, Manara Valgimigli ed Erminio Troilo. E fu così, lo confesso oggi, che più di una volta marinai le lezioni, spesso noiose, del mio corso sostituendole con quelle o di Letteratura latina e greca e soprattutto con quelle di Filosofia teoretica. Il professore Troilo, Ordinario di questa disciplina, al quale avevo espresso talune mie insoddisfazioni, aveva pienamente afferrato il problema e mi aveva offerto la sua, oserei dire, paterna comprensione e tanti suggerimenti. Gli fui immensamente grato: la memoria di questo illustre Maestro, di cui conservo lettere e giudizi generosi e preziosi, mi torna sempre assai gradita.