Biografia

Il 31 ottobre dello stesso anno ero ufficialmente chiamato a coprire la cattedra di ruolo quale professore straordinario nell’austera e imponente Università di Padova dal primo novembre.
Mi permetto a questo punto avanzare un piccolo rilievo. Il mio concittadino, Arturo Castiglioni, che io ricordo sempre con affetto e con sincera ammirazione, aveva tenuto un incarico d’insegnamento della Storia della Medicina a titolo gratuito in Padova dal 1924 al 1935. Non si era preoccupato di creare una rivista né un Istituto o una Scuola di perfezionamento. Si era limitato a impartire lezioni. Personaggio di alto rilievo nella vita pubblica non gli era riuscito tuttavia di raggiungere l’ordinariato. E’ lungi da me l’intenzione di scalfire con queste osservazioni l’insigne personalità del Castiglioni. Mi preme viceversa soltanto sottolineare il pregnante significato, oltremodo lusinghiero e incisivo, del mio ingresso ufficiale nell’austera turris eburnea, quale era in quei lontani anni la Facoltà padovana di Medicina. Sedevano infatti allora alla cattedra di Farmacologia Egidio Meneghetti, alla Biochimica Achille Roncato, in Clinica Medica Alessandro Dalla Volta, in Clinica Chirurgica Galeno Ceccarelli, in Anatomia umana normale Luigi Bucciante, in Fisiologia umana Luigi Stella, in Clinica Dermosifilopatica Franco Flarer e mi limito nell’elencazione degli insigni Colleghi. Ci sarebbe voluto ovviamente il voto favorevole del Consiglio di Facoltà per la chiamata definitiva e questo fu dato la mattina del 31 ottobre del 1968.
Il 20 febbraio 1969 fui invitato a concorrere alla cattedra di Storia della Medicina all’Università di Kiel e qualche anno più tardi pure a Giessen. Ormai dopo non poche fatiche mi sentivo ben sistemato a Padova e non avevo dato corso a queste per me sempre onorifiche proposte.
Nel settembre del 1971 ebbi la conferma a professore ordinario a Roma dalla Commissione costituita da Adalberto Pazzini, Gennaro Di Macco e Gastone Lambertini. Alla sera andammo a cena. Di Macco era dovuto partire e mi trovai soltanto con Pazzini e Lambertini che brindarono con me al mio definitivo ordinariato, mentre un eccellente stornellatore cantava tra l’altro la canzone “Roma non far la stupida stasera”, che a riascoltarla talvolta mi desta sempre una certa e spiegabile emozione.
Ero a Padova professore incaricato, come già si è detto dall’anno accademico 1954-55 ed ero divenuto professore di ruolo dall’anno 1968-69. Uscii dal ruolo nell’anno accademico 1987-88 rimanendo ancora alla direzione dell’Istituto da me fondato e passai in quiescenza con l’anno accademico 1992-93. Complessivamente ho prestato la mia opera a Padova a tempo pieno per 39 anni, anni di tanta soddisfazione, di qualche piccola delusione e di cordialissimi rapporti con tutti i Colleghi. Mi piace ricordare con particolare stima e affetto il Preside, Luigi Bucciante e i colleghi, ai quali fui legato da solida amicizia, ricambiata, all’epoca del mio magistero. Tra questi rammento sempre con particolare nostalgia e stima Franco Flarer clinico illustre e fine artista, del quale conservo un pregevole dipinto a me donato, il neurochirurgo Piero Frugoni, dal tratto sempre signorile e ottimo amico, Michele Arslan, che si immergeva assai volentieri in conversazioni storico-mediche in mia compagnia, Mario Piazza, collega di raffinata distinzione. Calogero Rabito, Franco Munari, Checco Gasparini, Tito Berti e Giorgio Brandi sempre ameni e frizzanti anche negli incontri conviviali.