Insegnamento, ricerca, legami internazionali
L’indagine metodologica e la riflessione antropologica non esauriscono peraltro gli inqueti interessi di Premuda. In centinaia di scritti non vi è capitolo della medicina che non sia almeno sfiorato. Nella considerazione prospettica di una produzione scientifica di tanta ampiezza, è tuttavia riconoscibile un filone privilegiato. Si tratta dell’attenzione portata alla storia della Facoltà medica padovana. Il pensiero va a Vesalio e alla rinascita dell’anatomia, a Prospero Alpini e alla revisione dell’aristotelismo internazionale, al Galilei e al rinnovamento metodologico, a Santorio, a Morgagni ma anche a tanti altri autori, come Gallini o Bassini, che sembrano “ minori “ solo perché padovani. Una storia padovana, insomma, che non ha di certo toni o ambizioni “locali”. Premuda infatti illustra lucidamente la centralità scientifica di Padova e il suo confronto dialettico con la cultura medica degli altri paesi europei, in particolare con quelli di lingua tedesca.
In sintesi, le ricerche di Premuda costituiscono un insieme veramente complesso e originale. Questo sapere non resta poi confinato nel mondo rarefatto dei circoli eruditi ma viene costantemente proposto, con intenti pratici, a studenti e a giovani medici che si incamminano verso la carriera del ricercatore o del clinico. Sono voce alla scuola di Premuda i volumi di “Acta Medicae Historiae Patavina”, i numerosi seminari, il corso biennale di “Perfezionamento in Storia della Medicina”, le iniziative congressuali e divulgative: attività dalla complessa articolazione rese concretamente possibili da una lunga militanza in molteplici accademie e società scientifiche.
“Acta“, fra l’altro, raccoglie pregevoli contributi di maestri padovani e stranieri che ruotano intorno alla medicina veneta. Fra tanti seminari e conferenze, come dimenticare la presenza del Premio Nobel Werner Forssmann? Fra i numerosi congressi, come sorvolare sul XXXII nazionale della S.I.S.M.? Questo congresso ha per temi: Padova e la medicina europea, la diffusione della radiologia in Italia, i rapporti tra la scuola medica di Vienna, Trieste e il Lombardo-Veneto. Ed infine – è ancora la centralità scientifica di Padova ad essere affermata – va ricordata, tra le fatiche di Premuda, la recente organizzazione della mostra su “I secoli d’oro della medicina – 700 anni di scienza medica a Padova“: è questa un’iniziativa divulgativa, ma anche un’occasione per uno stimolante, perché difficile, confronto fra l’Università, l’Industria e la Città.
Vi sarebbero di certo molte altre cose da dire ma qui non ha alcun senso né riordinare la bibliografia di un Maestro né elencarne le onorificenze. Chi era studente negli anni ’50 ricorda peraltro, ancor oggi, con commosso entusiasmo il messaggio stimolante dei “ Problemi della medicina”, con quel richiamo al metodo che era allora tanto nuovo. Era la mattina dei nostri anni>>.
Come si può notare il Bonuzzi si è soffermato soprattutto nel polarizzare i fondamenti principali della mia ricerca storico-scientifica, che certamente ho cercato di travasare non di rado nelle mie lezioni al fine di arricchire aspetti importanti del pensiero medico. Ma l’insegnamento certo nel corso di tanti anni si è allargato e perfezionato. Sempre ha dato parte all’aspetto della historische Einführung in die Medizin cioè a quella costellazione di principi teoretici, di giudizi analitici e di premesse naturalistiche e psicologiche necessarie come viatico al futuro medico per più ragioni e soprattutto come indirizzo propedeutico alla penetrazione nei molteplici aspetti del pensiero medico e naturalistico. Potrei dire a questo punto: chi volesse ulteriori elementi sul mio insegnamento potrebbe acquisire anche altri dati dalla mia prolusione su <<La storia della medicina nelle Facoltà mediche: ruolo e prospettive dell’insegnamento e della ricerca>>, tenuta nell’Aula Magna dell’Università di Ferrara il 14 maggio 1977 e pubblicata assieme alle altre relazioni e interventi su “Acta Medicae Historiae Patavina“ XXV° - 1978-1979.
Di non poco conto sul piano didattico è stata l’organizzazione di qualche viaggio d’istruzione con gruppi di studenti. Mi piace ricordare il primo, attuato in Germania agli Istituti di Bonn e al Senckenbergisches Institut di Francoforte, diretti rispettivamente dal prof. Steudel e dal prof. Artelt, l’uno della Scuola di Lipsia e l’altro della Scuola del celebre Diepgen.